Vivai di coralli in Australia
Buone notizie dall’isola Fitzroy in Australia dove finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo nel constatare gli esiti di un lavoro minuzioso. Stiamo parlando dei “vivai” offshore di coralli, impiantati per ripristinare grosse aree danneggiate della grande barriera corallina.
Un progetto di recupero messo a punto da alcuni ricercatori dell’ Università Australiana Southern Cross. Questi ultimi, nel 2016 hanno lavorato per dare vita a numerose larve di corallo Acropora in particolare, che hanno rilasciato a largo della Fitzroy Island. Welcome Bay, questo il nome esatto, ha avuto il particolare riconoscimento di Parco Nazionale per le sue bellezze naturali.
Due anni dopo “l’impianto” i biologi marini della Reef Restoration Foundation hanno accertato che fosse andato tutto a buon fine e oggi, per l’appunto, hanno potuto assistere e testimoniare il rilascio simultaneo di una corposa massa di uova filamentose galleggianti, pronte a ripopolare quella e altre zone del Reef australiano.
Parliamo di un evento naturale incantevole che avviene solo una volta all’anno.
Le belle notizie non arrivano mai sole. L’Australian Institute of Marine Science (AIMS) ha rassicurato che lo stato di salute generale della barriera è in lenta ripresa, soprattutto grazie alla già citata specie Acropora, che vanta una velocità di riproduzione maggiore rispetto alle altre.
È importante comprendere che la raccolta dei dati su larga scala, utilizzata da AIMS, è di complessa portata. Si tratta di raggruppare esiti di varie regioni e varie specie con comportamenti biodinamici diversi. Stanno lavorando per incrementare tecnologie di monitoraggio 3D volte ad aumentare l’efficienza e la precisione dei risultati.
La Grande barriera corallina è minacciata principalmente dagli effetti sull’ambiente del riscaldamento globale. L’aumento delle temperature degli oceani porta allo sbiancamento dei coralli, di cui abbiamo parlato qui:
Agricoltura oggi
Il riscaldamento globale si abbatte sull’agricoltura. Prendiamo come esempio il riso.
Quello coltivato in nord Italia, che rappresenta più della metà di tutto il riso prodotto in UE, ha subìto una dolorosa sferzata a causa di caldo e siccità. Fenomeno preoccupante a cui abbiamo assistito lo scorso settembre.
Cosa comporta tutto questo? Che la materia prima rimanente ha una ripida salita nel prezzo. Sugli scaffali dei nostri supermercati assisteremo a un incremento progressivo e generale dei costi. Secondo il Financial Times questa maggiorazione, iniziata nel 2021, proseguirà la sua strada senza arrestarsi almeno per qualche decennio. Il motivo di tali presentimenti è dato dall’incertezza degli eventi climatici che stanno cambiando, per non dire “peggiorando”.
Non solo. Il quotidiano francese Le Monde ritiene che la crisi sanitaria e le guerre insieme con le temperatura estreme ci stiano portando ad un altro depotenziamento: la crisi alimentare.
Luigi Mariani, professore di agricoltura e agrometeorologia all’Università degli studi di Milano, propone l’agricoltura di precisione contro il riscaldamento globale. Sono un insieme di tecniche e tecnologie mirate a razionare le risorse disponibili quali: acqua, fertilizzanti, diserbanti, ore lavorative. Tutto ciò, nell’insieme, punta al risparmio economico e di tempo ottenendo la massima produttività dai terreni.
Il professore si sofferma sulla sostenibilità economica:
“ciò su cui si dovrà ragionare nei prossimi mesi è se l’investimento in quest’evoluzione tecnica porti ad un reale guadagno. Se spendiamo di più di quello che è il potenziale ritorno, allora qualcosa non torna. Allo stesso tempo, l’agricoltura non deve essere diffamata”.
Mariani L.
Svezia e Francia addestrano corvi netturbini
E se vi dicessi che alcuni corvi sono stati addestrati per raccogliere e smaltire mozziconi di sigarette?
A Södertäljea, vicino Stoccolma, il fondatore della start-up Corvid Cleaning addestra ogni genere di corvidi della sua zona a fare pulizia mirata in cambio di cibo. “Non si tratta solo di mozziconi ma anche lattine, piccoli pezzi di plastica e cose del genere” ribadisce Christian Gunther Hanssen. Prima rilasciano nella “bird box” i rifiuti e poi attendono con pazienza che il sistema valuti l’oggetto e decida se la ricompensa sia meritata o meno.
Questa specie di uccelli impara molto più in fretta di un comune pennuto.
Ovviamente sono già state sollevate critiche rispetto alla nocività, per questi volatili, di trasportare materiale potenzialmente dannoso ma gli esperti rassicurano che generalmente non ingeriscono cose che non siano cibo. È comunque in corso un monitoraggio.
L’idea è nata nel lontano 2013 ma si è concretizzata solo negli ultimi 5 anni. A Marsiglia, invece, ci hanno pensato due giovani amici fondando la start-up Birds for Change nel 2020. Mollaret e Thibault hanno deciso di intraprendere questa avventura per sensibilizzare la gente verso la lotta all’inquinamento. il messaggio che trasmettono è:
“i corvi possono essere un supporto ma non una soluzione.”
C’è da dire che adesso questi uccelli, ritenuti un tempo nefasti, hanno conquistato la simpatia di tutti grazie a queste collaborazioni interspecie.
Los Angeles vigili del fuoco con autopompa a zero emissioni
I pompieri di Los Angeles della stazione 82 hanno annunciato gioiosi l’arrivo di un camion elettrico. Ridurre le emissioni di carbonio è sempre stato uno dei loro obiettivi. Auto elettriche sono già presenti nelle stazioni dei vigili del fuoco, stessa cosa non si può dire dei mezzi pesanti.
Non solo i diretti interessanti, anche il Ministro dei Trasporti della Scozia ha condiviso il suo sincero entusiasmo “Sono impaziente di vedere l’autopompa elettrica dispiegata nelle comunità come un faro non solo per il viaggio che i vigili del fuoco stanno compiendo, ma anche per la più ampia transizione della Scozia verso una società a zero emissioni”.
L’annuncio arriva con la promessa che entro il 2023, in Nord America, saranno operativi fino 3.200 veicoli elettrici.
E in Italia a quale anno è fissata la soglia?