Vedete l’immagine qui in basso? Pensereste mai che sia stata stampata interamente in 3D?

sedia stampata in 3D. Fonte cmf marelli s.r.l.

Le stampa 3D viene eseguita da macchinari, nemmeno troppo ingombranti, sviluppati negli ultimi trent’anni e che sono ancora in fase di sviluppo. Hanno la straordinaria capacità di dare vita ad oggetti partendo da polveri, cellule o gel per sovrapposizione di strati.

Quando si parla di strati si fa riferimento alla produzione additiva di materiale. Viene facile associare la stampa 3D alle plastiche e ai metalli perché se ne sente parlare diffusamente. Tuttavia, un materiale inimmaginabile è il legno, anche se non come ce lo immaginiamo noi. I metodi utilizzati sono: estrusione di filamenti e metodi a letto di polvere. Nel primo caso si deve tenere presente che oltre una certa temperatura il materiale non può essere estruso per non incendiarsi e va notato che non è totalmente legno, contiene piuttosto fibra di legno e polimero, che funge da legante. A differenza della plastica, il legno non può subire variazioni quindi deve necessariamente essere lavorato.

Nel caso delle tecnologie a letto di polvere si parte da materiali riciclati. E’ un bene se si pensa che abbiamo già perso il 54% del totale di alberi del nostro pianeta (Nature). Il risultato finale avrà una qualità superficiale più alta rispetto al metodo per FFF (Fused filament fabrication) e il prezzo si alza di conseguenza.

Non si deve guardare solo al prezzo in questo momento delicato per il nostro Pianeta, che ne sta pagando uno maggiore in vista di un deterioramento in crescita anno dopo anno. Se si vuole pensare con occhio alla sostenibilità, il legno può sostituire quasi integralmente le plastiche dannose.

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La ricerca

In Svezia due ricercatori della Chalmers University of Technology hanno dato un grosso contributo alla ricerca in questione, anche se non sono hanno fatto da apripista del settore. Parliamo di biogenesi di cellule legnose. Isolano le cellule che vengono estratte da giovani foglie e, dapprima, coltivate in un mezzo liquido per poi trasferirle per qualche giorno in un mezzo gelatinoso con ormoni e sostanze nutritive. A questo punto la sostanza viene estrusa da una stampante 3D e spostata in un’incubatrice per tre mesi. Tre volte meno del tempo che impiega un albero a crescere!

In ultima analisi vorrei menzionare l’autrice dello studio sulla coltivazione delle cellule legnose del MIT, Ashley Beckwith, la quale ha fondato la “FORAY BIOSCIENCE”. Una società che ha come unico scopo la ricerca di nuovi metodi e tecnologie per coltivare legno senza ricorrere al disboscamento.

fonti:

https://www.rinnovabili.it/greenbuilding/legno-coltivato-in-laboratorio-stampato-mit/

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