La siccità è un fenomeno naturale che può avvenire in qualsiasi zona del globo. Quello che stiamo subendo in questo 2022 è definito deficit idrico temporaneo perché solitamente le provvigioni d’acqua sono stabili ed equilibrate, a differenza di quelle regioni aride in cui l’estrema condizione climatica causa la totale insufficienza idrica, per questo la si indica come deficit idrico permanente.
Appare chiaro quale deficit stiamo affrontando. Nel nord Italia, in particolare, c’è stato un netto dimezzamento delle precipitazioni rispetto ai recenti anni. In un primo momento è stato definito un “caso strano”, pensiero che è andato evolvendosi nell’attuale stato d’emergenza.
Al momento alcune regioni lo hanno fissato fino al 30 novembre.
PROBLEMI LEGATI ALL’AGRICOLTURA
Andrea Colombo a 3BMeteo di Today ha spiegato questo “arresto d’acqua piovana” con la presenza di alta pressione nell’Italia centro settentrionale che devia le correnti atlantiche (portatrici di piogge) verso il sud.
La conseguenza diretta di questo triste evento è l’inaridimento dei campi coltivati. L’aumento sostanziale delle temperature non è stato d’aiuto perché ha disciolto la neve montana prima dei tempi stabiliti da un normale ciclo biologico, impedendo a questo punto, la discesa a valle nei corsi d’acqua a primavera.
L’agricoltura è un punto focale su cui soffermarsi. Essa infatti dispone di molteplici filiere utili al nostro fabbisogno quotidiano e in concomitanza tutte le aree verdi deperiscono. Questo provoca aridità a secchezza con maggiori percentuali di CO2 nell’aria dovuti allo spopolamento di piante che se ne nutrano.
Una ricerca pubblicata su Nature e coordinata dal professore Pierre Gentine, prevede uno squilibrio tra emissioni di CO2 e assorbimento da parte di alberi e piante, tale, che neppure forti piogge dopo intensa siccità potrebbero favorire un ritorno allo stato precedente. Naturalmente stiamo parlando di brevi periodi.
Il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli ha parlato della necessità di creare un fondo per assicurare le aziende agricole dai danni che stanno causando, e causeranno in futuro, gli estremi eventi climatici. Per adesso rimane un’idea vaga che forse un giorno verrà concretizzata. Per il momento, però, le aziende non sono assicurate e se i raccolti sono scarsi altrettanto scarso sarà il guadagno.
QUALCOSA DI CONCRETO
Si è sentito molto discutere della scelta del sindaco di Castenaso vicino Bologna, Carlo Gubellini, per affrontare l’impoverimento idrico: i parrucchieri sono caldamente raccomandati di operare un solo lavaggio anziché due perché per ogni shampoo si consumano fino a 20L d’acqua. Molti trovano la scelta del suddetto primo cittadino ridicola anche se fa riflettere.
Sempre nel bolognese hanno pensato a sistemi di raccolta dell’acqua piovana per innaffiare i giardini. Fare il carico di lavatrici e lavastoviglie; a Imperia hanno preso in considerazione anche tetti verdi e sistemi di drenaggio con canali inerbiti o vasche di scolo sotterranee oltre che un massimale di qualcosa come 200 litri d’acqua utilizzabili al giorno.
A Milano, invece, il sindaco Beppe Sala ha imposto la chiusura delle fontane decorative.
Come abbiamo visto le soluzioni stanno “piovendo” da tutte le latitudini, ciononostante ci siamo ridotti al limite della tragedia prima di moderarci e imporci sui consumi futili.
Sarebbe stato bello se ognuno di noi si fosse messo in allarme prima, se si avesse messo in pratica i consigli sulla riduzione di consumi d’acqua evitabili quando era solo un suggerimento.
A me piace pensare che quel limite lo stiamo vedendo molto da vicino tanto da permetterci di non superarlo per avere la certezza di tornare indietro, insieme… che uniti siamo in grado di fare tutto.
Fonti:
https://drought.climateservices.it/siccita/
https://tg24.sky.it/cronaca/2022/06/29/siccita-ordinanza-acqua#02
https://www.rivistaenergia.it/2022/02/mondo-agricolo-4-modi-per-adattarsi-ai-cambiamenti-climatici