INTRODUCIAMO I CORALLI

Prima di spiegare perché la vita dei coralli è appesa a un filo, è bene ripassare alcune pagine di biologia a essi dedicate.

Il corallo è un animale acquatico invertebrato, simile a una medusa per intenderci.  Molto semplicemente è composto di una bocca, uno stomaco e si riproduce per gemmazione, ovvero crea delle copie di se stesso fino a formare colonie di centinaia, se non migliaia, di esemplari dai colori molto vividi.

Il corallo si divide in due grandi sottocategorie: corallo duro e corallo molle. Noi qui ci occuperemo del primo.

BARRIERE CORALLINE

Sono dette così le distese di coralli. Questi animali sono ancorati al fondo e per sopravvivere creano un legame simbiotico con la zooxantella, pianta unicellulare, con cui condividono spazio e nutrienti. Tutti gli individui della barriera corallina creano un habitat ideale per più di un quarto della biodiversità dell’oceano.

 La loro riproduzione pare sia legata ai cicli lunari e avviene sempre verso la fine dell’anno alla stessa ora, la chiamano “la notte dei coralli”, riferendosi alla grande barriera corallina Australiana.

Dagli studi emerge che i ritmi di riproduzione siano lentissimi, occorrono vent’anni per raggiungere un altezza di 4cm! Se a questo aggiungiamo l’aggravante dei condizionamenti climatici ecco che iniziano a decadere. Basta anche solo che la salinità dell’acqua salga o scenda di poco per ridurre la percentuale di sopravvivenza di questo splendido animale.

Lo stress termico è il fattore più preoccupante perché rompe la relazione tra il corallo e il suo simbionte vegetale arrivando inevitabilmente a quel processo di cui si sente così tanto parlare: lo sbiancamento termico.

Sbiancamento: il virus dei coralli
Sbiancamento: il virus dei coralli

IL FUTURO DEI CORALLI

Dan Holstein, professore di oceanografia della Louisiana, prevede che le barriere coralline subiranno un intensificazione del suddetto stress termico nel corso del prossimo secolo e che questo non dovrebbe essere omogeneo geograficamente, la conseguenza consisterà in estinzioni localizzate.

Nonostante siano attivi progetti di conservazione o restauro in questa o quell’area, i volontari potrebbero non trovarsi nel posto in cui è più necessario agire.

Altri fattori che influenzano la perdita di popolazioni possono essere: tempeste che si abbattono sui mari, focolai di predatori di corallo, una insufficiente produzione di uova per le successive generazioni di colonie di corallo.

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VITA IN PERICOLO

Dato che il riscaldamento globale è la più grande minaccia per le barriere coralline, i progetti di ripristino dei coralli si sono ampliati in tutto il mondo con l’obiettivo di ricostituirne gli habitat.

Questi di cui sopra possono essere definiti rifugi, posti in cui la temperatura dell’ambiente viene regolata manualmente con approccio scientifico utile a consentire uno stress graduale a cui potersi abituare, e sviluppare un approccio di resistenza per le generazioni che verranno.

La teoria è buona, sulla pratica si deve ancora lavorare. I ricercatori dell’università della Louisiana hanno constatato che i coralli resistono meglio con temperatura variabile (oscillante tra i 28°C e i 31 °C), piuttosto che con temperatura statica (28 °C). Il secondo campione infatti mostrava desquamazione e necrosi dei tessuti, al contrario di quello sottoposto a regimi oscillanti di temperatura per cui soccombevano allo sbiancamento più gradualmente. Questa, al momento, sembra essere la strada più praticabile.

COME STA INTACCANDO LA VITA CORALLINA IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Se le condizioni del cambiamento climatico proseguiranno, il corallo tenderà via via ad adattarsi come meglio potrà. Potremmo perdere molte specie prima che questo accada.

Ma cosa succede a quei coralli messi in “rifugi” per isolarli dallo stress termico?

Quelle colonie non evolveranno altrettanto rapidamente o non evolveranno affatto, questo perché non sono sufficientemente esposte a pressioni selettive. L’adattamento allo stress termico può portare a due diverse conclusioni, per esempio può rafforzare le difese immunitarie dei coralli o portare al collasso una quantità di individui  tale da non garantire una percentuale minima necessaria alla sopravvivenza in una determinata zona.

In una parola il collasso lento ma inesorabile verso l’estinzione.

Fonti

https://www.wired.it/article/coralli-riscaldamento-oceano-mari-resistenza/

https://www.icriforum.org/category/news/

https://link.springer.com/article/10.1007/s00338-022-02232-z

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