2hands ha nella sua breve storia i connotati necessari per diventare una promessa dell’associazionismo per la tutela ambientale. Nata nel 2018 e, nonostante abbia attraversato 2 anni di pandemia, è in continua espansione. La sua punta di diamante è il sud, tuttavia si sta espandendo anche nel centro Italia. Il nord ? Questione di tempo. Le cifre non scherzano: ben più di 39067 kg di rifiuti raccolti (ma la cifra cresce di giorno in giorno), più di 3249 volontari e più di 220 cleanup organizzati. Riccardo e Maria Francesca sono i due membri del direttivo che abbiamo intervistato, rispettivamente Presidente e Vice presidente
V: Partiamo dalle radici: com’è nata 2hands?
MF: E’ nata a Molfetta ed inizialmente era un’associazione locale –diciamo un gruppo di compaesani –per la tutela ambientale. 20 persone hanno iniziato a chiedersi cosa si potesse fare giorno per giorno per aiutare concretamente il territorio e l’ambiente stesso. Qualcosa di pratico e dal risultato visibile
V: …Talmente visibile che spesso nelle storie Instagram di 2hands si fanno i video con “prima 2hands” e “dopo 2hands”. Già lì la differenza è lampante.
MF: Esatto. Poi io e Riccardo ci siamo conosciuti per puro caso. Io sono di Giovinazzo [mettere hyperlink con intervista di Giovinazzo], una città abbastanza vicina, e Riccardo mi ha invitata al compleanno di 2hands. Tra musica e cibo mi sono chiesta se a Giovinazzo si potesse fare la stessa cosa. Mi sono informata un po’ con Riccardo su come avesse fatto, poi ho cominciato a cercare persone che volessero realizzare qualcosa di simile. Così inizia la rete 2hands. La terza sede sia in grandezza che per dinamismo è Ancona, anche lì frutto di un’amicizia informale. Un nostro amico si è trasferito là perché appassionato di surf, nonché agonista del settore. Poi Hadil, di 2hands Ancona, è “scesa a Macerata” (usando gergo anconetano) per studiare ed insieme ad altri ragazzi della zona già molto attivi nel settore della pulizia ambientale, ha creato il nucleo funzionale di 2hands Macerata. E così via.
V: Quante città sono coinvolte quindi?
MF: Per ora siamo 10 città, alcune aggiuntesi da pochissimo, e vogliamo espanderci su tutto il territorio italiano, poi a livello internazionale. Abbiamo Molfetta, Giovinazzo, Bari, Bitonto, Gravina, Altamura (il nostro nucleo pugliese), Macerata, Ancona, Matera, poi proprio l’ultima, Palermo, che è partita col botto.
V: 2hands ha subito un boom nel 2021 in pratica: sembra quasi che dopo la pandemia la gente abbia voluto muoversi subito sul fronte ambientale, o forse, semplicemente, eravamo tutti appostati aspettando giusto l’ok per uscire di casa e tornare di nuovo ad essere elementi fondamentali per la società civile…
MF: Vero. Ora che abbiamo avuto questo exploit sia produttivo, sia partecipativo, ma anche –e soprattutto –ideativo, bisogna lavorare di precisione, capire cosa è fattibile ed implementabile e cosa no, mirare a risolvere problemi specifici e sentiti tramite pochi progetti ma buoni.
V: Da quel che dici la componente dal “basso” ed il supporto tra pari è stato il motivo di crescita e sopravvivenza di 2hands.
MF : Si è partito da un network informale, tra amici e poi è diventato qualcosa di più vero ed importante, nonché vincolante. La bellezza di 2hands non sta solo nell’obiettivo ambientale, ma nell’IMPATTO delle persone nelle loro singole vite e nelle vite degli altri, in primis di chi è vicino. Cerchiamo di far in modo di far diventare le nostre passioni personali qualcosa di più grande, riversandole in 2hands: ognuno con quel che ama e sa fare può trovare un modo per contribuire. La cosa bella è che nel 2018 erano 20 volontari di un paesino qualunque del sud, ed ora siamo minimo 15 volontari per ogni 2hands. Sotto i 10 volontari infatti non si può formare un’associazione né iscrivere ufficialmente il gruppo al CSV (centro servizi per il volontariato) dando esso una sede ed un riconoscimento legale.
V: Parlando di contribuire con le proprie passioni, mi viene in mente Mirco [2hands Macerata], che è un po’ Bob l’aggiustatutto, ed ha costruito un filtratore per microplastiche usando una vecchia zanzariera rotta. O il “nucleo sportivo” di 2hands che ha partecipato al clean-up in bicicletta, oppure io e Andrea, che amiamo le scalate e la montagna, e abbiamo proposto un clean up nei sentieri naturali ad alta quota… mai andato in porto perché era già troppo freddo.
MF: Sarà per la prossima estate… Intanto quelli che amano scrivere sono tutti nella Redazione di 2hands,
V: Parlando di redazione, che è il vostro ultimo progetto…facciamo chiarezza sui progetti in corso ed a venire.
MF: Ovviamente l’attività cardine è il clean up, che si divide in tre macroaree geografiche: agro, ovvero zone rurali e campestri, ma anche parchi e riserve naturali, coast, coste laghi ed anche scogli (tra gli scogli si trova di tutto) ed urban, ovvero aree cittadine, periferie e zone degradate. Poi abbiamo anche attività educative, dove, promuoviamo la responsabilità ambientale anziché promuovere noi come persone per “farci belli”.
V: ….mentre molte aziende promuovono la responsabilità ambientale e loro stessi.
MF: esatto. Noi lavoriamo soprattutto con scuole e scout: andiamo di persona a chiedere ai maestri o ai professori di farci entrare nelle scuole e parlare di una tematica specifica. Abbiamo banalmente iniziato con i nostri vecchi licei. Terzo, abbiamo progetti veri e propri, che sono il nostro fiore all’occhiello.
V: Da chi parte un progetto 2hands?
R: A 2hands un progetto può partire da tutti, senza alcuna distinzione: abbiamo un sistema chiamato Node, che è un drive dove ogni volontario può caricare un progetto sotto forma di presentazione con tanto di documentazione tecnica. Poi si può modificare quel che non va o appropriarsi di una parte di progetto o sistemare qualcosa.
V: Ci parleresti al dettaglio dei progetti in corso?
MF: andiamo per punti
1. 2map : è una mappa interattiva ed aggiornata che si occupa di mappazione e pulizia di luoghi particolarmente degradati che sono segnalati dai cittadini col fine di venir bonificati da noi ma anche con l’aiuto del comune. Nel caso delle segnalazioni, i rifiuti sono talmente grandi o pericolosi, che servono operatori esterni o specializzati [come nel caso dei numerosi ritrovamenti di amianto in provincia di Macerata ndr]. Abbiamo trovato interni di bagni interi, rifiuti edili che sono andati a creare vere e proprie discariche abusive di ditte edili che agivano indisturbate, o anche amianto, che fosse sotterrato o nascosto tra gli scogli. 2hands cerca di spingere il comune a « lavorare », in un certo senso, soprattutto mettendosi personalmente in contatto con l’assessore all’ambiente ed i vari enti locali addetti allo smaltimento rifiuti. La segnalazione è fondamentale perché si dà ESISTENZA ad un FENOMENO : anche se non si va a bonificare subito, la comunità sa, e c’è più visibilità rispetto ad un problema. L’idea è rendere ogni cosa che si fa, di tipo OPEN SOURCE, per dare i dati a tutti, farli ampliare e migliorare. « Più condividi i progetti più è possibile migliorarli : questa è la nostra filosofia ».
2. 2breathe : bosco urbano : è un progetto pensato per dare aria (letteralmente) alle zone di periferia delle città. Incentrato sullo scale up e l’adattamento al microclima e alla microflora locale di ogni singola città. Occorreranno quindi modifiche della vegetazione (ogni zona va adattata): si vogliono creare boschetti che avranno contatori per andare a conteggiare l’ossigeno prodotto e la CO2 ed anche gli altri inquinanti intrappolati. La domanda a cui vogliamo rispondere è: “quanto si fa bene all’aria col nostro bosco urbano?” o, ancora, “quanto si fa bene alla gente con questo bosco?”. Il bosco per la socialità e l’integrazione di soggetti fragili come autistici ed ipovedenti è un tema molto sentito tra noi. Poi si vuole implementare la biodiversità con bug or bee hotels e casette per pipistrelli. Per il prossimo anno a Molfetta già si prevede un boschetto, così come ad Ancona.
R:
3. 2drink. Questo progetto è nato per combattere il monouso della bottiglia di plastica ed è diviso in 3 fasi: A) creazione di borracce termiche senza prodotti pericolosi (come gli ftalati) dietro le quali ci sarà un QR con la mappatura delle fontane della città B) Miglioria dei punti di approvvigionamento dell’acqua pubblica come restauri e decorazione di fontanelle. Ad Ancona si sta portando avanti questa idea con l’Accademia delle Belle Arti. Bisogna dare senso estetico all’esperienza di approvvigionamento di acqua. Più il luogo dove si prende l’acqua è bello, più la gente è invogliata a farlo.
4. E’ in ballo un progetto chiamato project guerrilla, dove, rimanendo nel legale, si vuole segnalare in un luogo pubblico soa sarebbe meglio comprare e cosa no, quali luoghi inquinano e quali no etc.
5. Altro progetto nascente è quello di impiantare un seabin nella prossimità della costa che non costi molto. Tuttavia occorre l’ autorizzazione comunale in quanto per loro si tratta di un grosso investimento. Se da un lato permette alle città di pulire i porti non soltanto dai rifiuti ma anche dai liquidi come petrolio e dalle microplastiche, dall’altro occorre pagare il personale al fine di svuotare il cestino. L’idea è di scrivere il progetto pilota per il comune di Molfetta e fare in modo che il comune trovi l’idea non solo appetibile ma fattibile: si ricordi che oggigiorno i Comuni sono classificati in base al loro livello di « greenness » e tanto i turisti quanto gli abitanti, guardano se si presta attenzione all’ambiente.
V: Avete tirato in ballo un discorso interessante: chi siete voi per un amministratore comunale tipo? Dei rompiballe? Degli idealisti da incoraggiare? Una ventata di freschezza? Delle simpatiche canaglie da ignorare con accondiscendenza?
R: Nelle piccole città è possibile avere più impatto sul territorio partendo dal contatto personale, contando sulla simpatia e la conoscenza reciproca, mentre per le grandi città si cerca di lavorare per progetti, in maniera più verticale. Le amministrazioni sono propense a ascoltarci perché il green non è solo importante per loro ma attira anche investimenti da parte di privati e soprattutto dalla comunità europea. Quando li vediamo poco convinti noi cerchiamo di far capire loro quanto il green abbia un impatto positivo su molteplici fronti.
V: Occorre un buon lavoro di retorica e di fine negoziazione…
R: Noi aiutiamo e le amministrazioni ci aiutano, così come i proprietari di locali ci aiutano ognuno come può : quando coi materiali, quando col cibo quando coi bonus. La comunità è fondamentale. Una volta un barista ha offerto l’aperitivo a tutti noi dopo un clean up. Senza cannucce nel drink, beninteso. Troppo carino.
V: Il vostro rapporto stretto con la politica locale può sembrare in contrasto con la natura apolitica di 2hands: come lo spieghi questo?
R: 2hands è un movimento apolitico ed areligioso. Noi ci affidiamo alle istituzioni politiche in quanto solo loro ci possono dare mezzi e strumenti per raggiungere il fine del bene comune. Noi agiamo nella comunità e tra le varie comunità per il bene di tutti, senza muovere cambiamenti a livello decisionale.
V: Il confine è sottile.
R: E’ molto concreto anche. Noi agiamo perché è razionale agire, ovvero ascoltando quella vocina del cervello che ci fa dire “Gli alberi producono ossigeno e assorbono CO2, quindi partiamo col piantare alberi in una zona di città abbandonata e vediamo cosa succede” e non “Gli alberi fanno bene all’ambiente ed alle persone, io sono ambientalista, piantiamo alberi in una zona abbandonata”. Quindi facciamo leva sulla razionalità per risolvere un problema o far parte della risoluzione di un problema, senza avanzare ulteriori pretese. Cambiamo le cose dal basso e non dall’alto. E’ giusto raccogliere spazzatura da un prato. E’ giusto piantare alberi per costruire un bosco urbano. E’ giusto combattere la plastica monouso. Non è necessario né un credo né la politica affinché sia giusto né tantomeno affinchè venga fatto ciò che è necessario. Inoltre la politica spesso è divisiva, ovvero o si sta là o si sta qua: noi non vogliamo creare divisioni, a meno che non siano dibattiti informali che possono avvenire in un sabato qualsiasi. Per questo 2hands non si definisce come associazione ambientalista, ma come associazione di tutela ambientale, in quanto l’ambientalismo è di per sé politico.
V: Quindi niente Friday for Future, per esempio.
R: Esatto. Nel privato tutti possiamo andare, ma nessuno in quanto 2hands. Il Friday for Future inoltre è un movimento che richiederebbe di schierarsi sotto vari punti di vista, come ad esempio l’uso o meno dell’energia nucleare. Noi non ci schieriamo sotto questo punto di vista anche per il semplice motivo che pochissimi tra noi hanno l’esperienza e lo studio per dire cosa è giusto fare o no per il nucleare, e se uno ha le capacità di sindacare sul nucleare, probabilmente non ha le competenze per parlare dell’abolizione della caccia, e così via. Vogliamo lasciar credere ai membri dell’associazione qualsiasi cosa loro vogliano. Molti volontari al momento chiedono fortemente di collaborare con Friday For Future, e proprio per questo stiamo cercando di trovare un modo che questa collaborazione sia apolitica, semmai sarà possibile. Insomma: un conto è parlare ai cittadini affinché essi cambino il proprio stile di vita, un conto è parlare ai cittadini affinché essi si rivolgano a delle istituzioni decisionali.